The Black Phoenix ~ R u n R u n n i n g R u n

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  1. Daiquiri.ism
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    I passi risuonano veloci nel corridoio scarsamente illuminato. Poi escono alla luce, confondendosi tra quelli di migliaia di altre persone. Diventano pressoché inudibili all'interno degli stipati zeppelin che, uno dopo l'altro, scendono per i gironi infernali della città, andando a mescolarsi tra i dannati, sempre più lontani dalla luce.

    "Sono stati scoperti. Aiutateli per favore."

    Questo la ragazza lo dice con fare schietto e professionale, quasi seducente. Sorride, ammiccante, alla persona davanti a lei. Come se ci fosse qualcosa da sorridere. Come se ci fosse qualcosa da ammiccare. Poi gli pone in mano un plico di carte, e se ne va, senza aggiungere altro.



    Questo lo fa due volte, con due persone diverse. Prima un ragazzo, poi una donna. Li trova in posti diversi, ma non importa. Questo fa parte del suo lavoro. Compiacere lui fa parte del suo lavoro. Di più, della sua vita. Nel plico ci sono documenti precisi e profili su ciascuna singola persona che partecipa alla caccia. Rebecca Wunderbar e Hamelin sono i primi due fascicoli. Poi ce ne sono altri. Vahruk. Glacier. Rei e Rivaille. John "The Hound". Ciascuno contiene dettagli, caratteristiche, profilo fisico e psicologico. La stessa lista che in quel momento passa per le mani di Rebecca, insieme a quella di Friedrich. Di Oleandro. Di Jack. Dei tre super ricercati di Utopia.

    Insieme al plico una nota.


    Dio e la Verità in Utopia esistono solo per compiacere chi gode del loro potere. Ma la città è marcia dalle fondamenta, e vuole il loro sangue. I Bardi Neri sono in pericolo, e devono fuggire. Se ci riusciranno, domani a Utopia la casta Sacerdotale potrebbe perire, e le caste finirebbero.


    "Perché in questo modo?"

    Questo lo chiede la voce seducente, che spinge la sedia a rotelle lungo un corridoio buio, che va da un posto poco illuminato a uno davvero troppo illuminato.

    "Probabilmente è meglio se io e te non ci avviciniamo a loro."

    Questo lo dice l'uomo, con la sua voce fredda e tranquilla.

    "E comunque, così è più divertente."


    Friedrich, Ignorance kills


    Jack e Ole sono dietro di me, e io muovo le mani nell'aria, tracciando parole e significato.
    Questo, come quasi ogni giorno, ormai, lo faccio a Capitolinus, tenendo lezioni all'università. Parlando con persone. Condividendo idee. Qui i semi che piantiamo hanno il loro terreno fertile per crescere.

    "E se un gruppo di ricerca venisse mandato a cercarci?"

    Questo lo chiede Ole, appoggiando il suo piccolo corpo al mio.




    Note


    Ed eccoci qui al mio primo post in questa quest! Come vedete ho voluto rimanere molto sul vago, per dare la possibilità ai miei due fantastici (?) co-qm di dare il massimo della loro creatività.

    Blame e Umi. Entrambi ricevete la visita di questa ragazza. Non si presenta, e non dice quasi nulla. Ha dei vestiti molto anonimi, senza alcun colore dominante, e nasconde il volto, in modo che non riusciate a distinguere essenzialmente nulla di lei. Tuttavia vi porta una serie di informazioni. La richiesta in questo momento è evidente: dovete aiutare i Seekers, sicuramente avvisandoli e aiutandoli a progettare la fuga. Avete 3 giorni di tempo per postare entrambi stabilendo un piano d'azione per 1) come avvisarli e 2) come coinvolgere altri per darvi un aiuto. Ricordatevi che siete entranbi qm (e co-masterate in questo primo turno) quindi sta a voi coordinarvi e definire come procedere. io sono ovviamente a disposizione per info.

    Tutti gli altri. Il vostro post arriverà dopo i post di Umi e Blame, e dipenderà da quello che definiranno loro. Per rispondere avete tempo per la durata rimanente dei 7 giorni dopo che avranno risposto Umi e Blame.

     
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  2. Umi - La vendetta
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    "Che vuoi dire? Li dobbiamo avvisare, per forza. E poi ci servono anche altre persone per aiutarci."
    "Per fare cosa?"
    "Secondo te se sono in pericolo, sono rimasti chiusi in bagno o stanno rischiando la vita?"

    E' notte, tanto per cambiare, e stavano per andare a dormire quando Tina ricorda di dire questo. Forse in lei c'è un minimo di volontà nell'aiutare quei ragazzi, per quello che disse quella bambina, altrimenti sarebbe andata a dormire come le altre sere.
    "Io ci vado a parlare, e tu vieni con me. Sono curiosa di vedere come stanno quei tre, dopo quello che ci hanno fatto passare.", poi butta sul tavolo una piccola pila di fogli, "Questi me li ha dati quel tizio che è venuto. Non ho capito se era femmina o maschio. Guardali e cerchiamo di stare lontano da loro. Li stanno cercando, o meglio dire, ci stanno cercando.

    e4SXA60


    The Black Phoenix ~ R u n R u n n i n g R u n

    Chapter I



    Tina, the black widow
    Io di libri non ne ho mai capito un cazzo. Non è che fossi stupida, anzi, ma non me n'è mai importato più di tanto.
    Uno dei problemi della nostra società è che riusciamo ad odiare qualcosa o qualcuno anche senza averlo conosciuto, e questo è il mio caso.
    Tuttavia riconosco la loro importanza: con un'attività come la mia saper trattare, ingannare ed avere una certa cultura conta tantissimo; io perlomeno mi arrangio o mi faccio aiutare da quella stronza di mia sorella, che ha studiato sempre più di me, da quando eravamo bambine.
    Federico, Friedrik, Ferdico o come minchia si chiama, e i suoi due amichetti sì che sanno quello che dicono, almeno all'apparenza. Convincono, e quello è l'importante.

    Quello di prima (quello col nome strano), è davanti una lavagna. Forse ha scritto qualcosa su di essa, parole, equazioni, non lo so: sono miope ma degli occhiali non me ne è mai fregato.
    Nella prima fila c'è la bambina e il ragazzo (Oli e Giek, e qui sui loro nomi sono sicurissima, e saprei anche scriverli) che lo ascoltano, al contrario mio che mi sono sorbita quasi un'ora di spiegazione, o forse sono stati solo dieci minuti?
    L'aula è gremita di frocetti sbarbati.

    Poggia il gesso sulla cattedra, e quel semplice battere dell'oggetto mi strappa dal mondo dei sogni, come un calcio nelle palle. Mi hanno detto che fa un sacco male.
    Forse segna la fine della lezione, e l'insegnante starà congendando tutti gli studenti. Ma dovranno aspettare.
    Io sono in ultima fila, l'aula sembra un po' un teatro. Io sulla cavea che osservo gli attori sul pulpito.
    Ma i ruoli stanno per cambiare.

    Judith, the white bride
    Strano che Tina abbia voluto aiutarli. Sicuramente avrà omesso dal plico di carte un foglio dove c'era scritta la ricompensa nel caso in cui li avremmo aiutati; ma fa niente, a me fa sempre piacere aiutare persone.

    "Ei Federik, come te la passi?", dice Tina, con i suoi capelli neri, mentre scende la scalinata che porta davanti la cattedra. Passa tra gli studenti che la guardano incuriositi. Non capiterà spesso di avere qualcuno che di propria iniziativa si alza e comincia a dialogare con il professore, a cinque minuti dall'inizio della lezione. Cinque minuti, nemmeno dieci. Ma non poteva aspettare la fine?
    "In giro ho saputo che insegni qui..." che figuraccia, che figuraccia. Ma chi si crede di essere, lo sceriffo della contea? "Ma un uccellino mi ha detto che cinque tizi vi stanno cercando."
    Rovescia le carte sulla cattedra, disponendole in modo disordinato.

    Tutti guardano la ragazza dai capelli corvini che ha appena interrotto la lezione.
    Rebecca, Hamelin, Vahruk, Glacier, Rivalle, Rei, John "The Hound".

    Ma noi non possiamo essere i soli a sapere tutto ciò. Quella volta, a Caelius, davanti quella porta che si apriva c'erano altre persone, e non possono essere tutte morte.
    Perché avrebbero dovuto chiamare soltanto me e quella sciagurata di mia sorella?
    Ma la vera incognita resta il tizio (o tizia) che ci ha dato quelle informazioni. La lettera parla alla terza persona, e anche se fosse stato uno dei tre qui presenti non sarebbero qui, essendo in pericolo.
    Quella testa calda di mia sorella, ovviamente, nemmeno ci pensa.



    ● Specchietto Finale ●
    PSICOLOGIA ~ nulla da segnalare;
    FISICO ~ nulla da segnalare;
    TALENTI ~
    i'll give you my strength. ~ conoscenze mediche approfondite e capacità di operare anche con mezzi di fortuna;
    Sensitive. ~ capacità reciproca di sentire le emozioni dell'altra - entrambe;
    ATTIVE ~
    i'll give you my strength. ~ capacità di curare ferite da taglio, da armi da fuoco, da punta e contusioni attraverso la magia;
    LightWeakness ~ dominio e capacità di manipolazione dell'oscurità;
    MALUS ~
    EQUIPAGGIAMENTO ~
    The House ~ la casa, luogo in cui Judith e Tina vivono sin da piccole;
    NOTE ~
    Vi definirà tutto Blame nel suo Qm Point. Per chi non lo sapesse, prima la colonna di sinistra poi quella di destra.
    EDIT: ho modificato perché avevo scritto with al posto di white.


    Edited by Umi - La vendetta - 27/6/2014, 16:15
     
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    Bipede

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    Ti chiedono di fare cose. Così, all'improvviso. Non sai niente di sacerdoti o di Luce, ovvero, sai ma non ne pensi niente di particolare: una cosa riesci a comprendere bene, le informazioni. Dossier. File. Cartelle. Scorri con gli occhi quei fascicoli e memorizzi tutto, le tue iridi arancioni che splendono pigramente ogni volta che da una pagina passi alla successiva. La tua memoria elabora e annota: Rebecca Wunderbar. Hamelin. Vahruk. Glacier. Rei e Rivaille. John "The Hound".


    L'altro dettaglio che ti è chiaro è questo: Oleandro, Jack, Friedrich. Tre nomi che hanno bisogno di aiuto, tre nomi che se non sono già in fuga lo dovrebbero essere. E presto. Una scintilla ti si accende dentro: dovresti aiutare quei tre, se non per assonanza di ideali, per solidarietà. O forse non ti interessa veramente. Forse cerchi di colmare la giornata.




    [ T h e _ F l y i n g _ L a d y ]


      Syncam fluttua nell'aula con fare distratto, nemmeno accorgendosi della decina di sguardi che attrae. Non tanto per la tuta aderente o gli occhi arancioni e luminescenti, quanto per il fatto che levita a qualche centimetro dal terreno. Si guarda intorno, si gira su se stessa, scruta gli angoli e si abbassa rassegnata. I suoi obbiettivi non ci sono. Le tocca aspettare come tutti.
      Si appoggia su una sedia, andando giù con un sospiro quando la sua mente smette di tenerla sollevata e il suo corpo viene a contatto con il legno dello schienale.

      Lo stesso non smette di guardarsi in giro, soffermandosi per qualche secondo su ognuno. I presenti hanno l'aria di persone normali - per i canoni di Utopia. Non sono simili però a quei giovani assistenti di Halfmester, quelli che ogni tanto la studiavano da dietro la capsula nido. Può essere una cosa buona, ma non ne è sicura.
      Ripassa mentalmente i file. Nessuno corrisponde alla descrizione di uno dei cacciatori. Da qualche parte, sa, devono esserci anche altri reclutati dalla donna senza nome. Qualcuno che ha interesse a salvare le vite degli pseudoprofessori. Come riconoscerli, però? Aveva file sui suoi nemici, e non sui suoi alleati ...

      Ben presto non ha più importanza. Entrano i tre. Un giovane alto e grigio, uno tutto fatto di capelli neri e tatuaggi, la terza rossa, piccola e sottile. Nemmeno un minuto dopo inizia la lezione. Gli occhi arancioni di Syncam tradiscono un bagliore da fanale retroriflettente: le parole la trascinano in un vortice, il vortice in uno spazio dentro la testa, la testa in una serie di riflessioni troppo veloci.

      ...

      Come tutte le cose, però, anche quella deve finire. E presto. Una donna si alza e si avvicina al trio, lo interrompe, ci parla. Il movimento delle labbra porta parole amichevoli, quasi innocue; si sente però un "cercando" e le sfugge un "cinque tizi". Quello che non viene detto, invece, è "p e r i c o l o".


      Di scatto si alza dalla sedia, per meglio dire: la sua mente la solleva e in contrasto spinge via anche il banco di fronte a lei. Non rimane molto tempo. Se quella donna vuole salvare i tre, forse ci sono altri incaricati nel mucchio degli ascoltatori. Deve trovarli.

      Non le rimane che parlare alla folla, ma nel suo cranio non ci sono parole per quel genere di eventi. Per cui l'unica cosa che trova è ripetere la nota finale del dossier che ha letto.

      « Dio e la Verità in Utopia esistono solo per compiacere chi gode del loro potere. »

      La sua voce è limpida, cristallina, ma senza inflessione.

      « Ma la città è marcia dalle fondamenta, e vuole il loro sangue.
      I Bardi Neri sono in pericolo, e devono fuggire.
      Se ci riusciranno, domani a Utopia la casta Sacerdotale potrebbe perire, e le caste finirebbero.
      »
      Silenzio. La classe non risponde. Un'altra scintilla le attraversa gli occhi.

      « Aiuto. Per f a v o r e. »



      Le ultime parole hanno un tono più incerto, scuro, ma in qualche modo più umano. Allora, spera, qualcuno si alzerà.

    CITAZIONE
    QM point - Benvenuti in questa metà della scena di (possibile) riapertura di Utopia.
    La scena si svolge in una classe universitaria, in cui i personaggi di Daiq stanno tenendo una lezione. Come sapete siete stati assegnati al gruppo di salvataggio: il nostro scopo è scappare dai cacciatori dell'altra scena, possibilmente anche insultandoli da lontano.

    In questo post introduttivo dovete solamente spiegare come reagite agli eventi. Sta a voi anche dire come mai vi trovavate nell'aula: magari conoscevate già Friederich e compagnia, magari siete finiti lì per curiosità o per caso, oppure ancora potreste aver sentito in giro che i tre personaggi in questione sono malvisti dal clero e siete venuti a dare un'occhiata. A voi la scelta.

    Nessuna controindicazione particolare per questo turno. Se qualcosa non è chiaro, chiedete nel bando.



     
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  4. Siderius
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    Capitolo I
    Nelle strade del Caelius, in parallelo ai fiumi di gente dannata dal vizio e dalla perdizione, scorreva qualcos'altro. C'era un qualcosa di sbagliato nell'atmosfera che si respirava in tutto il livello, in particolar modo all'interno del "Mazzo Pazzo". Continuando ad avere un nome di merda, lo stabilimento era quasi deserto da un anno a quella parte ed era frequentato solamente da qualche dozzina di abitué. I ricconi, a cui piaceva sperperare i loro luridi soldi ai tavoli da black jack o alla roulette, speravano di essere carezzati dal volubile vento della fortuna, tenuto a bada dagli abili giochi di mano di croupier e mazzieri. Dicerie e pettegolezzi rimbalzavano come bilie impazzite fra i cittadini vestiti di indaco. Si raccontavano storie sulla misteriosa Regina e sui suoi sudditi, nascosti sotto le vie del livello, tutti intenti a tessere trame e complotti contro i piani alti e ad ammassare ricchezza e favori tramite canali illeciti e disgustosamente immorali, persino per quella parte della città. Ebbene questi racconti, per quanto imbruttiti dalla fantasia popolare, non erano poi così distanti dalla realtà. Qualcosa di losco e segreto stava davvero prendendo forma nei sotterranei del rinomato casinò, sotto l'occhio vigile della Regina di Picche. Più precisamente i piani dell'organizzazione erano in atto nel Capitolinus e a portarli avanti era uno degli emissari di più alto livello: un tale conosciuto solo con il nome di Bartolomeo, che si diceva fosse addirittura membro della casta sacerdotale...
    Capitolinus, all'interno dell'Università.
    Zanna Rossa oscillava leggermente, dormendo nel suo fodero appeso al fianco sinistro del suo padrone col filo all'insù. Nascondendo i suoi colori sotto un lungo cappotto di pelle nera, l'uomo dai freddi occhi grigi attraversò a lunghi passi il corridoio che portava all'aula fra le cui pareti si stavano diffondendo ideali sovversivi. Non avrebbe dovuto essere lì, il suo compito era in un'altra parte del livello ma, visti gli scarsi risultati su quel fronte e l'ampia libertà d'azione concessagli in virtù della sua posizione, aveva deciso di dedicarsi alla ricerca di informazioni sulla misteriosa fazione dei "bardi" che tanto aveva fatto parlare di sé l'anno passato. Non dovette nemmeno cercare: le sue informazioni erano corrette, i tre erano proprio lì. Friederich, il capo, stava spiegando alla classe, mentre gli altri due bardi: Jack e Oleandro, se ne sedevano in silenzio nelle prime file. Curioso, Bartolomeo si fece strada verso uno dei pochi posti a sedere rimasti vuoti, ma per sua sfortuna la lezione sembrava già volgere al termine. Avendo rinunciato a mettersi seduto, l'uomo nel cappotto nero poté osservare due donne avvicinarsi al "professore". Non intese bene le parole delle due, ma sentì chiaramente la voce quasi meccanica di una terza ragazza dagli occhi luminescenti recitare a menadito parole che sembravano non essere sue. Si trattava di una richiesta di aiuto per i tre bardi in nero davanti a lei: evidentemente i mastini sguinzagliati dai sacerdoti avevano fiutato il loro odore e ora li inseguivano. Conosceva bene i mezzi della prima casta e dei suoi associati, e sapeva che senza aiuto i tre sarebbero stati di certo catturati e torturati fino alla morte in qualche segreta. Deciso, si avvicinò anche lui al gruppo dei bardi e, curandosi di essere bene udito da tutti loro disse:

    «Salve signor Friederich, signor Jack... signorina Oleandro. A quanto pare siete nella proverbiale merda e avete bisogno di qualcuno che ve ne tiri fuori. Lo avete trovato. Bartolomeo, uomo decaduto, decadente e... nemico della corrente amministrazione cittadina per così dire.»

    Non poteva permettere che venissero accalappiati. La riuscita della missione del trio era di assoluta importanza per i piani della sua Regina... e poi si annoiava a morte.



    Edited by Siderius - 20/6/2014, 20:41
     
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    h e l l i s n o w

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    THE BLACK PHOENIX
    I
    - Following the trails




    HIGHHEELS_zps9a4d0c88

    Si aggirava tra i corridoi dell'Università come fosse stata la prima volta che ci avesso messo piede.
    Non tanto come una timida bambina il primo giorno di scuola - piuttosto come quella stessa ragazzina in un museo appena inaugurato, avanzava senza fretta osservando curiosa le aule gremite di studenti e carezzando occasionalmente le figure di uomini importanti appese alle pareti, come fossero antichi cimeli appena recuperati da un passato oscuro. In quell'ambiente che in così tanti anni aveva costituito il suo sfondo quotidiano, non le sembrava tuttavia di riconoscere più niente di rilevante, nulla per cui provare nostalgia. Ci aveva lasciato molto tra quelle mura, sangue, sofferenza, speranza, sogni, amori infranti e tanto altro, ma era tutto distante ora, estraneo. Stava osservando vecchie fotografie sgualcite di proprietà di qualcuno sparito per sempre.

    E si sentì fottutamente bene nel realizzarlo.

    Elizabeth Joyce continuò la sua oziosa passeggiata senza fermarsi per più di una manciata di secondi per volta, ignorando gli sguardi che attirava negli occasionali incontri per i corridoi e focalizzandosi piuttosto sul vociare sommesso che permeava il luogo. Il motivo per cui era giunta in quel relitto dimenticato non era quello di farsi una visita turistica per il paese della vecchia Lizzie, ma per trovare delle persone. Tre, per la precisione, anche se nel corso dell'evento che aveva diretto la sua attenzione su di loro - come scordare quel magnifico falò pubblico! - era stata la femmina ad eccitarla maggiormente. Il motivo era che nella piccola troia aveva percepito qualcosa di familiare. Desiderava inebriarsi di lei sin dal giorno in cui i loro sguardi si erano incrociati, così - giusto per accertarsi di che cosa si trattasse; e seppur fosse soltanto un'idea sballottolata in quell'oceano che erano i suoi desideri e le sue voglie del momento, si trattava di un'idea che non ancora annegata. Era certa che anche i suoi compari fossero altrettanto interessanti, specialmente considerando che bisognava essere pazzi marci per organizzare un siparietto come il loro ad Utopia, ma per il momento - da brava parassita - era attirata principalmente dalla preda che le sembrava più succulenta.

    Nel corso delle sue occasionali ricerche, aveva appreso che uno del trio insegnava all'università ogni tanto, ed era così che Elizabeth si trovava in quel momento a passeggiare e a origliare nella speranza di cogliere in mezzo a quel caos un tono di voce conosciuto. Il problema era che non aveva una buona memoria, e l'abbondante dose che si era sparata in vena la sera prima non l'aiutava a concentrarsi a dovere, senza contare che per qualche bizzarra ragione l'università le sembrava molto più colorata e luminosa di come se la ricordava. La cosa le dava un discreto fastidio, ma cercava di non darlo a vedere. Forse barcollava un poco - probabilmente il motivo per cui tutti quelli che incrociava la guardavano - ma non ne era sicura. Si sentiva un po' confusa. Non riusciva neppure a rimembrarsi se l'ultima persona con la quale aveva condiviso il letto fosse stata un uomo o una donna, ma era abbastanza sicura che fosse un uomo. O magari entrambe le cose.

    « Dio e la Verità in Utopia esistono solo per compiacere chi gode del loro potere. »

    Quella voce asettica e quasi priva d'impronta le rimbalzò nelle orecchie un poco più forte di tutte le altre, forse perché diceva qualcosa di interessante tanto per cambiare. Di cosidetti Eretici Utopia era piena, specialmente tra la spazzatura umana del Caelius e dell'Aexquilinus, ma erano pochi quelli che avevano il coraggio di manifestare apertamente il loro astio verso i piani alti. Tese le orecchie per captare il resto della conversazione.

    « Ma la città è marcia dalle fondamenta, e vuole il loro sangue.
    I Bardi Neri sono in pericolo, e devono fuggire.
    Se ci riusciranno, domani a Utopia la casta Sacerdotale potrebbe perire, e le caste finirebbero.
    »

    Bingo, pensò tra sè e sè sforzandosi di buttare giù l'improvviso rigurgito evocato dall'eccessiva illuminazione presente nello stabile. Non gliene fregava un cazzo dei Sacerdoti e delle puttane che si scopavano, tantomeno le importavano ciarle su democrazia e rivoluzione, ma dei Bardi Neri... oh sì che le importava. Aveva fatto tutta quella strada apposta! Si affrettò dunque a bruciare gli ultimi metri che la separavano dalla porta dietro la quale pareva esser giunta la voce, rischiando quasi di scivolare in prossimità della soglia.

    « Aiuto. Per f a v o r e. »

    Spalancò la porta in maniera quasi teatrale, mandandola a schiantarsi rumorosamente contro la parete, e una volta ottenuta l'attenzione di tutti si rese effettivamente conto che non sapeva che cazzo dire. Guardò qualcuno di loro negli occhi per qualche secondo, mentre nella sua testolina le parole si ingarbugliavano le une sopra le altre cercando disperatamente di trovare una configurazione sensata prima di schizzare fuori dalla bocca. Alla fine spalancò le braccia, mettendo ben in vista il seno stretto nel corpetto di pelle rossa, e con espressione stralunata esclamò la prima cosa che le venne in mente:

    « I guardiani sono arrivati! Salvatevi le chiappe! »

    Non riusciva a ricordarsi che cosa fosse stato il giorno prima quel grumo di vomito che cercava insistentemente la sua via di uscita dallo stomaco, ma era abbastanza sicura che al momento le sarebbe piaciuto assistere ad un attacco di panico generale.



    CITAZIONE
    ELIZABETH JOYCE
    LIZSPECCHIETTO
    Games_REekg

    Stato Fisico » [Leggera nausea]
    Stato Mentale » [Confusione dovuta ai postumi d'assunzione di stupefacenti, e dall'illuminazione moderata presente nell'edificio]





    EQUIPAGGIAMENTO
    Nessuno. Indossa una gonna corta di stoffa azzurra, stivaletti e calze nere, corpetto rosso scuro. Accessori sparsi sulle braccia e sul collo.

    PASSIVE_

    MindGorger - Empatia potenziata
    Fame. Fame cieca. Ma non di carne, né di sangue. La creatura nata dalla simbiosi prova uno smisurato appetito per tutte le emozioni forti, quelle in grado di sprigionare picchi improvvisi di adrenalina. Terrore, eccitazione, euforia e via dicendo. Per procurarsi il necessario nutrimento, ella ha a disposizione due utili strumenti. Il primo è un sistema di percezione empatico che le consente di condividere con la vittima ogni sensazione, nonché di discernerle con assoluta precisione[...]

    SadoMasochism - Resistenza al dolore
    Con il tempo, e con la maturazione del legame con il simbionte, Elizabeth ha imparato ad assaporare tutte le sfumature della percezione e dell'emotività, comprese quelle che per un individuo normale risulterebbero essere sgradevoli. Un esempio è la sofferenza fisica. Se ferita o lesa in qualsiasi modo, Liz proverà dolore come di norma, ma verrà da lei percepito come piacevole e inebriante al pari di quello che normalmente assaporerebbe nella mente delle sue vittime quando infligge loro torture fisiche e psicologiche. Questo la rende moderatamente in grado di resistere agli intralci che normalmente il dolore può causare in un corpo sano, ma non del tutto, poiché sensazioni dolorose particolarmente intense la lascerebbero comunque stordita e parzialmente incapace di reagire. Inoltre, questo non fornisce alcun tipo di salvaguardia da eventuali deficit fisici causati da lesioni gravi: se per esempio dovesse rompersi un braccio non potrà comunque più utilizzarlo fintanto che non verrà guarito.

    Vampire Syndrome - Debolezza alle fonti luminose
    La creatura informe alla quale Liz deve praticamente ogni sua capacità è originaria delle vaste e inesplorate gallerie che si estendono oltre il settimo distretto, e ha sempre vissuto nelle profonde tenebre. Questo ha sì comportato la formazione di nuovi sistemi d'orientamento alternativi alla vista (dei quali la capacità percettiva dello spettro emotivo è un buon esempio) che poi Elizabeth ha ereditato, ma è anche vero che la ragazza dopo la simbiosi ha dovuto far fronte a un nuovo tipo di debolezza: quella per le fonti luminose. Benché esse in realtà non provochino alcun danno fisico o mentale alla ragazza, interferiscono in maniera sensibile con l'utilizzo dei poteri. Il grado dell'interferenza è direttamente proporzionale alla quantità di luce presente nell'ambiente. In condizioni di scarsa luminosità non vi saranno problemi (di notte per esempio); in condizioni di discreta luminosità (sotto un lampione, in una sala normalmente illuminata) la ragazza percepirà un fastidio generico e una fatica leggermente maggiore nel richiamare le tecniche; in condizioni di intensa luminosità (di giorno a cielo limpido, in una sala fortemente illuminata) le tecniche costeranno il doppio della fatica per poter essere richiamate e il fastidio sarà più diffuso; in condizioni di fortissima luminosità (fari abbaglianti, flashbang) le sarà semplicemente impossibile ricorrere ai poteri di razza, anche per diversi minuti dopo la cessazione del fenomeno luminoso e si ritroverà stordita per tempi più lunghi del normale.

    Shapeshift - Maestria con i poteri di mutazione
    [...] Inoltre, benché sia da relativamente poco che Liz ha acquisito tali poteri, la ragazza ha già imparato a maneggiarli con particolare maestria, probabilmente anche a causa dell'eredità genetica del mostro stesso. Questo significa che le sue capacità nell'utilizzo di appendici, o comunque genericamente nell'impiego di questo particolare potere di mutazione, sono paragonabili a quelli di un esperto schermidore con la sua spada.


    ATTIVE_

    Nessuna utilizzata.




    NOTE


    Così faccio la mia entrata in scena. Sarà vero quel che dice Liz? O s'è inventata una palla? O magari si è inventata una palla ma poi alla fine si rivela essere vero? Boh, decidetelo voi che posterete dopo. Un minimo di autogestione e di creatività anche da parte dei giocatori sarà certamente gradita dal QM, fidatevi di me :goodness: buona giocata a tutti.




     
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  6. Endymyon
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    Rising Phoenix

    180px-SenbeiClock
    Il suono metallico della sveglia meccanica fece aprire pigramente gli occhi di Zephyr. Qualche ciocca bionda gli bloccava la vista, ma la sua mano automaticamente andò alla sveglia. La bloccò con un colpo secco. Chissà quante altre mattine avrebbe visto quell'orologio. Si sedette sulla sponda del divano da lettura; scomodo, vecchio e marrone, imbottito il necessario per non addolorare il culo di una persona che volesse leggere per meno di un'oretta, ma assai fastidioso per chi ci dormiva.
    Il ragazzo portò la mano sinistra alla faccia, e dopo aver passato le dita attorno agli occhi vi si spazzolò in grande i capelli: non serviva un pettine, i suoi capelli tornavano a prendere quasi sempre la stessa forma.
    Sospirò e scosse la testa un paio di volte, anche questa giornata si sarebbe rivelata inutile. Aveva cercato un lavoro all'Università, ma nessuno era disposto ad assumerlo. Aveva fatto domanda per vari dottorati e ricerche, ma nessuno lo voleva accettare: c'era sempre qualcuno con voti più alti dei suoi, e le sue ricerche non sembravano interessare a nessuno.

    Guardando alla situazione dal suo punto di vista, Zephyr si vedeva come vittima di una società invecchiata e rigida, in cui gli anziani avevano messo radici sulle loro poltrone, e solo la morte avrebbe potuto sradicarli.
    Non vi era alcun posto come professore, né come assistente, e le sue qualifiche gli impedivano di fare altro. Nessuno avrebbe voluto uno stupido ragazzino mediocre con i voti come lui.

    La mano destra si serrò «Maledizione Ryan!»

    La persona che prima abitava quel corpo gli stava impedendo di vivere in modo autosufficiente.
    Chiuse gli occhi ed espirò, rilassandosi. Non poteva permettersi nemmeno un appartamento, tutti chiedevano un pagamento anticipato, e senza un lavoro era costretto a vivere di nascosto in qualche vecchia aula dell'Università. L'immensità di quel posto garantiva certi vantaggi, come ad esempio occupare abusivamente una sala lettura ormai dimenticata dal mondo in un seminterrato da tutti evitato.

    Si alzò e indossò una maglietta e la giacca. Era l'ora di muoversi da lì e andare a lezione. Chiudendo la porta dietro di sé spense la lampada che illuminava fiocamente la stanza, riportando nuovamente l'oscurità a quei volumi vecchi e alle pagine che lui stesso aveva scritto e buttato per terra.

    Percorse i corridoi con disinvoltura, unendosi al fiume di persone che si recavano nelle varie aule. Ormai aveva abbandonato l'aspetto da warframe da qualche tempo. Un'armatura era sempre strana da vedersi nel campus, e la curiosità che attirava poteva smascherare la sua vita da abusivo.



    Stava già seduto comodamente al suo posto, in ultima fila, con i piedi appoggiati sul tavolo quando il “professore” incominciò la lezione. Un sorriso si dipinse sul volto del biondino. Chissà se i Bardi sapevano chi lui fosse, chissà se avevano collegato la sua figura a quella dell'armatura che avevano incontrato tempo fa.
    Piegò un foglio alle estremità, poi lo ripiegò su se stesso, poi ancora una piega. Ogni volta che premeva sulla carta per darle forma qualcuno di divertente si alzava e incominciava a parlare con il professore. Ma che faccia aveva Friedrich il rivoluzionario? E Jack l'impassibile? Forse la faccia più bella la faceva la piccola Ole, anche se Zephyr non aveva voglia di alzarsi per controllare. Non appena la porta si spalancò il biondino lanciò qualche aereo di carta nella stanza.

    Sorrise mentre spalancava gli occhi per bene. «Tette!» disse alzandosi.
    Alla fine l'ultima donna era quella che vinceva. Certo, la prima ad entrare non era male, e neanche la ragazzina con quella specie di tuta attillata, forse aveva già fatto girare la testa di qualcuno in quella stanza, ma non la sua. Lei invece, nel suo semplice irrompere era riuscito a travolgere tutti, in qualche modo.
    Non poteva perdere l'occasione.

    «Io sto attaccato alle tue!» Era già scattato con poche falcate verso la porta, prima di girarsi verso Friedrich «Allora!» urlò «Datti una mossa Fred, che se rimani per la festa, perderai la testa!»




    Zephyr
    Cose rilevanti: Zephyr è nel suo aspetto umano, ma è solo un mutamento di forma, ha la pelle dura come un'armatura pesante ultraleggera e potrebbe fare un triplo salto carpiato senza problemi, tanto è abituato a portarla.

    Abilità utilizzata (tanto tempo prima di questo evento): Metamorfosi nell'aspetto predefinito (biondino... insomma, vedete la scheda :V)

    Stuff: Il mio pg ha avuto un cambio tattico d'immagine, a voi pensare se sapete chi egli sia (voglio dire, voleva l'anonimato, non ha detto a nessuno il vero nome, ne ha uno falso: Seph -pronuncia: Sef-) Se avete trucchi per riconoscerlo, siete i benvenuti a smascherarlo, cambiato aspetto solo per depistare, prima o poi, gli inseguitori (omg spoiler D: ) Quindi sì, ha questo aspetto da tanto, ma non lo aveva durante le attività passate con i Bardi, quindi qualunque cosa sappiano gli "hunters" è una delle due versioni (a meno che non ci siano le carte con la doppia identità di Zephyr, li sarei fregato XD)
    La non presa in considerazione di Bartolomeo è perché non è una donna.


     
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  7. Daiquiri.ism
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    Mani delicate ma forti massaggiano con sapienza il capo, la schiena, le gambe, dell'uomo. Lui mormora di piacere, assaporando il tocco delicato sul suo corpo troppo debole per muoversi autonomamente. Le mani di lei seguono con delicatezza i contorni del tatuaggio sulla sua pelle. Sta cambiando, e continua a cambiare, ma lui non ne vuole parlare. Al centro una bilancia, circondata dalle spirali casuali di un labirinto sempre più complesso. Del resto, lei non ha alcun diritto di pretendere da lui alcun favore, più di quanto non abbia già fatto.

    "I nomi hanno un significato?"

    La stanza è in penombra. L'odore di olio profumato arricchisce di colore un ambiente in bianco e nero.

    "Certamente sì, anche se mi è difficile spiegarti il perché. Sembrava una cosa naturale in quel momento, e l'ho fatto così. Non ci avevo mai provato prima."

    Le mani di lei si soffermano languide tra i capelli né corti né lunghi, spettinandoli più di quanto non siano già.

    "Capisco Friedrich e Oleandro. Ma qual'è il senso di Jack?"

    Le estremità involontariamente si contraggono, al sentire il nome.

    "Non ne sono sicuro."


    Oleandro, Lessons


    Quello che parla è Fried, con i suoi gesti ampi e parole veloce. Il tono coinvolgente e parole forti. Parla di etica ed estetica. Filosofia ed eresia. L'amore per la conoscienza fine a se stessa, dice, è una cosa che non può essere uccisa da nessuno, almeno fino a quando non si insegna che la conoscenza stessa è un male.
    Così come Adamo ed Eva, cacciati dal Paradiso per semplice curiosità, questo ci insegna la chiesa. E il serpente, diavolo tentatore, in realtà è il salvatore che insegna ad Eva che l'ignoranza è sterile, fonte di immobilità, mentre solo la curiosità permette il cambiamento. Curiosità negata alla città, intrappolata in un sistema sociale e politico che si replica uguale a se stesso, con il passare delle generazioni.

    Ma questo è irrilevante, perché a un certo punto succedono molte cose contemporaneamente.



    « Dio e la Verità in Utopia esistono solo per compiacere chi gode del loro potere.
    Ma la città è marcia dalle fondamenta, e vuole il loro sangue.
    I Bardi Neri sono in pericolo, e devono fuggire.
    Se ci riusciranno, domani a Utopia la casta Sacerdotale potrebbe perire, e le caste finirebbero.
    Aiuto. Per f a v o r e.
    »

    Nel turbine di persone che parlano, che ci fanno amorevolmente realizzare quanto siamo nella merda, che ci invitano a fuggire, una frase emerge più forte delle altre. O solo ha un che di familiare, come se non fosse la prima volta che la senti, o avesse un certo tipo di cadenza relativa a quel periodo della vita rispetto a quando non hai ancora iniziato ad accumulare ricordi. Fried guarda Jack, che guarda me. Che guardo Fried.

    "Non c'è nessuno di ostile in zona, ma potrebbero essere poco distanti e prepararsi a colpire."

    La verità è che questa volta non abbiamo un piano di fuga vero e proprio. Siamo stati troppo rilassati. Non pensavamo che avrebbero organizzato una cacciai n grande stile qui, negli ultimi tre livelli. Di sicuro non è nei pattern standard della chiesa, anche se l'aver ucciso un membro del Magisterium sicuramente aiuta.
    Come ci siamo riusciti del resto? Ok, Fried ha pianificato tutto nei dettagli, ma a me sembra che sia stato comunque tutto troppo facile. Della serie, come se fosse stato tutto organizzato da qualcun altro.
    Una di quelle impressioni che ti si appiccicano addosso e non se ne vanno più.

    "Ecco quello che faremo."

    Questo lo dice Friedrich, con il suo tono più calmo. Sul suo volto non sembra esserci traccia di tensione. La stessa cosa non si può dire di Jack, nascosto dietro ai tuoi tatuaggi, il volto è teso come una maschera di creta.

    "Io, Oleandro e Jack ci dirigeremo alla stazione degli Zeppelin, dove requisiremo un mezzo per fuggire verso Aexquilinus. Lì la Chiesa non ha alcun potere, e potremo nasconderci e seminare i nostri inseguitori più facilmente di quanto non faremo qui. Chi di voi vorrà aiutarci, invece, dovrà occuparsi di requisire uno dei mezzi di guardia della polizia, poi potremo scappare con quello. Sono mezzi veloci, e non troveremo nessuno in grado di tenere il nostro passo."

    Il suo volto è quello di un uomo che guarda delle persone calcolando se possa o meno fidarsi di loro.

    "Non avete un vero motivo per darci una mano. Non posso promettervi ricchezza né onore. Solo libertà, anche nel caso in cui noi non dovessimo farcela."

    Questo lo dice, sorridendo.




    Note


    Ancora per un po' immagino che le introduzioni ai miei post vi sembreranno totalmente prive di senso, ma è giusto così. Sto seminando briciole di pane, e probabilmente si arriverà a una comprensione definitiva solo con la seconda parte di quest. I personaggi in questione, se non vi fosse chiaro, sono gli stessi che sono emersi fin dal primo post.
    Da qui seguo l'esempio di Fatal, e ho deciso che nel prossimo turno non posterò, quindi lascio ai miei QM la libertà totale per decidere come muoversi. Solo alcune info di servizio.

    Siete tutti invitati a postare in questo turno, ed entro il vincolo di una settimana, per descrivere le reazioni dei vostri pg, o farli interagire tra di loro. Blame e Umi, per voi il post non è obbligatorio, almeno per chi dei due (nel caso in cui sia solo uno, ma questo lascio a voi deciderlo), ma ovviamente consigliato.

    Come avete letto, il piano è molto semplice, e richiede che voi vi assumiate comunque una certa dose di rischio, anche se i Seekers faranno da "esca", in questo frangente, ora sta a voi aiutarli nel portare avanti questo piano.

     
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  8. Siderius
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    Capitolo II

    La ragazza fluttuante era riuscita a trascinare nel caos l'intera aula con poche semplici parole, ma del resto che altro risultato ci sarebbe potuti aspettare, combinando simili discorsi con una stanza piena di cuori rivoluzionari, già di per loro così tesi? Oltre ai tre bardi e alle tre ragazze che li avevano avvicinati c'erano anche altri soggetti degni di nota, i quali sembravano in qualche modo essere esaltati dalla baraonda che si era creata. Uno era un ragazzo biondo, che si limitò a correre via verso l'uscita lanciando parole di monito a Friederich, l'altra sembrava una prostituta uscita direttamente dal Caelius alla ricerca di una qualche malata fonte di svago, visto il modo infantile con cui aveva parlato nell'evidente tentativo di agitare ancor di più la folla. Scherzetti simili non avevano alcun effetto sulla calma ferrea che in quel pervadeva la mente di Bartolomeo. Lui sarebbe potuto sparire in un istante senza lasciare traccia, a differenza del resto della marmaglia attorno a lui. Aveva grande fiducia nelle abilità che lo avevano tirato fuori da situazioni ben peggiori, forse anche troppa. Purtroppo non avrebbe comunque potuto portare in salvo i tre: il Tartarus era un luogo a loro precluso. Ascoltò con attenzione il semplice ma teoricamente efficace piano messo assieme dal capo dei bardi, limitandosi per il momento ad annuire. La calma dell'uomo in nero rivaleggiava con quella di Bartolomeo, che avesse un asso nella manica? O era semplice sprezzo di un pericolo potenzialmente più che mortale? Quale che fosse la risposta il suo stato mentale era comunque di notevole aiuto e sarebbe stato da stupidi comprometterlo con una scelta di parole sbagliata.

    «Prometto di fare del mio meglio per procurarvi quel che vi serve e di assicurarmi che ne usciate vivi e in salute, e io mantengo sempre le mie promesse.»

    Si voltò di scatto, dando le spalle al gruppo, poi, aperto un portale nero pece direttamente sotto di sé, fece un gesto di saluto con la mano e si lasciò cadere in esso. Nel luogo dove si trovava ora, Bartolomeo era l'unica presenza dai colori vividi: l'unica cosa reale, questo lo faceva sentire sicuro oltre ogni cosa. Nessuno poteva entrare nel suo regno, nessuno poteva anche solo pensare di attaccarlo, ogni cosa era sotto il suo controllo e ruotava sul palmo della sua mano. Camminò un po' nella stanza spettrale, osservando i vestiti muoversi come lenzuoli di fantasmi invisibili. Un leggero sorriso si aprì sul suo volto, ma venne subito soffocato da una ridente maschera rossa. La maschera era dello stesso tipo di quelle che alcuni sacerdoti indossavano quando erano in visita ai livelli inferiori, per evitare di respirare la stessa aria dei plebei. Suo padre l'aveva fatta fare su misura per lui, ed era l'unica cosa che avesse tenuto di lui, non per affetto o per ricordo badate bene, ma perché voleva che ogni suo gesto compiuto in nome della sua regina fosse associato con un sacerdote.

    , lui era l'eccezione: la cura per il cancro che era Utopia.
    Avrebbe tagliato via tutta la merda che si frapponeva fra lui e il cuore del marcio, avrebbe ucciso e gettato a gambe all'aria quella città malata, poi l'avrebbe fatta risorgere come schiava di sua madre, della sua vera madre. Tutti avrebbero venerato la sua Regina e cantato le sue lodi, la luce sarebbe stata imprigionata e il paradiso sarebbe sceso in terra, finalmente.


    In quel mondo privo di colori e suoni non c'era nulla a distrarlo e allo stesso tempo non c'era nulla a scuoterlo dai suoi pensieri: era l'ambiente perfetto per ritrovare se stessi, almeno per Bartolomeo, così abituato all'atmosfera di quel mondo, un'atmosfera che avrebbe potuto benissimo far impazzire un uomo comune, facendogli perdere il suo stesso ego. Purtroppo però non c'era tempo da perdere in pratiche meditative, si era preso un impegno con quella promessa e doveva portarlo a termine. D'un tratto lo spazio attorno a lui, già così instabile ed etereo, cominciò a distorcersi e piegarsi su sé stesso. Le forme spettrali degli oggetti cominciarono a mutare scomponendosi e riassemblandosi in un panorama completamente differente, palesando la loro natura di mere proiezioni sbiadite di un mondo così vicino eppure così lontano. Così il padrone di quel regno venne trasportato dalle onde di una realtà in moto perpetuo fino alla sua destinazione: la stazione degli zeppelin dove era giunto appena qualche giorno prima.

    Ansimando dietro la maschera, il sacerdote decaduto scivolò fuori da un portale nascosto agli occhi dei più, poi, apertosi il cappotto per rivelare i suoi colori, nascose la maschera in una delle tasche interne, curandosi di non essere notato. Da quello che aveva capito, i cani del magisterium stavano cercando solamente Friederich, Jack e Oleandro, non avrebbero dovuto avere né nomi né descrizioni di eventuali complici, specialmente di quelli che, come lui, erano stati coinvolti per puro capriccio del fato. Dopo aver ripreso fiato, il giovane cominciò a muoversi incospicuamente per la stazione, facendo correre lo sguardo tutto intorno alla ricerca di eventuali mezzi della polizia. Avrebbe pensato alla prossima mossa solo dopo aver confermato la presenza del suo obbiettivo, se esso fosse stato assente, si sarebbe semplicemente limitato ad uscire dalla stazione e... chiedere informazioni sulle eventuali pattuglie ad un cittadino del posto.



    Note. Bartolomeo non è tipo da collaborare con degli sconosciuti, così si limita a dirigersi alla stazione più vicina all'università (la stessa nella quale è arrivato giorni prima) alla ricerca di eventuali mezzi della polizia ivi "parcheggiati". Nel caso non riuscisse a trovarne (lascio ai qm tale decisione ovviamente) si limiterà ad uscire dalla stazione per chiedere a eventuali persone del posto info sulle pattuglie/stazioni della polizia nel livello.

    ABILITÀ UTILIZZATE

    BENEDIZIONE DI EREBUS. Un' abilità spirituale risvegliata nell'anima di Bartolomeo dal forte trauma mentale subito in seguito alla rivelazione ricevuta riguardo alle sue vere origini. Il suo stesso spirito, prima un semplice ammasso di elementali del fuoco tenuti assieme da un incanto, è ora qualcosa di più oscuro: una bestia conosciuta come Erebus. Erebus è in sintonia non è più in sintonia con il reame spirituale degli elementali, né con quello degli uomini, ma con un mondo situato molto più in alto nella scala di complessità dei regni metafisici. Questo luogo, che Bartolomeo chiama Tartarus, è molto, molto vicino a quello reale, quasi identico infatti, se non fosse che ogni cosa è solo un'ombra sbiadita e monocroma della sua controparte reale, intangibile ed effimera. Entrare nel Tartarus tramite mezzi magici è incredibilmente difficile, quasi impossibile, ed uscirne è ancora più arduo. Le poche anime sfortunate che vi hanno avuto accesso sono rimaste irrimediabilment intrappolate, e in poco tempo si sono tramutate in fantasmi, tormentati dall'ignoranza della loro esistenza precedente e condannati a vagare in un mondo di immagini incorporee per l'eternità. Non è però così per Bartolomeo, tutto quello che il ragazzo deve fare per accedere alla dimensione delle ombre è toccare una qualunque superficie solida e fare un rapido sforzo di volontà, il quale aprirà un portale di dimensioni variabili sul Tartarus. Questi portali sono però un'estensione di Erebus, e faranno passare solamente Bartolomeo ed eventuali oggetti inanimati. Inoltre, grazie al suo animo oscuro, Bartolomeo è capace non solo di muoversi senza pericoli nel mondo delle ombre, ma anche di sfruttare la naturale instabilità spaziale di questo: lontano e vicino sono concetti inutili nel Tartarus, e muoversi di pochi metri in esso può voler dire spostarsi di decine di chilometri o di pochi millimetri nel mondo reale.
    [ Tecnica di creazione portali sul Tartarus + Talento da viaggiatore del Tartarus, 15PA]
     
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    h e l l i s n o w

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    THE BLACK PHOENIX
    II
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    Niente crisi di panico, niente gente urlante e niente fuggi fuggi generale, eccezion fatta per quel tizio bizzarro svanito nel nulla che tuttavia le era sembrato tutto fuorché spaventato. Insomma, il suo scherzetto non aveva avuto successo, ma non le dispiaceva troppo. Aveva comunque trovato la succulenta pietanza che andava cercando, con tanto di piccante imprevisto compreso nella confezione.

    Si volse per un attimo in direzione del biondino che con tanto entusiasmo le aveva annunciato di essere interessato alle sue chiappe - particolare che in genere le faceva sempre tanto piacere - con tutta l'intenzione di dirgli qualcosa come "prendi un biglietto e mettiti in fila, tesoro"; ma il ragazzo si sarebbe dovuto accontentare della sua espressione per capirlo, invece, poiché l'ennesimo conato di vomito le impedì di articolare qualsivoglia parola senza correre il rischio di sprizzare acidi gastrici dai denti. La nausea si quietò nel giro di pochi secondi, durante i quali fece cenno al tizio di attendere un attimo. Quando si fu ripresa tuttavia non si curò di lui e si fiondò invece in direzione di uno dei tre, quello che l'arrapato aveva chiamato Fred. Si lanciò sulla cattedra slittando con il sedere sino ad arrivare nei pressi del bardo, quindi avrebbe cercato di afferrargli il colletto senza strattonarlo troppo.

    « Ti aiuto volentieri, Freddie. »
    annunciò con un sorriso pieno di cattivi propositi
    « E stai tranquillo, hai tutto il necessario per ripagarmi a dovere. »

    Si morse il labbro inferiore senza farci troppo caso, trasportata da pensieri tutt'altro che casti, e allungò la mano sinistra in direzione della troietta che gli stava appresso. Senza guardare direttamente quel che stava facendo - per evitare di rompere il contatto di sguardi con Freddie - indirizzò l'indice da qualche parte in prossimità del nasino di lei, con l'intenzione magari di schiacciarglielo amorevolmente nel processo. Sperò di farla innervosire.
    Liz adorava essere molesta.

    « Io voglio lei.
    Prometto che te la restituirò integra quando avrò finito! »

    ebbe un ripensamento a riguardo non appena concluse la frase, e non fu capace di nasconderlo
    « Uhmm... »
    gli occhi si rovesciarono da soli verso l'alto
    « ...più o meno, ecco. »

    La verità era che una sua promessa valeva quanto la fedeltà di una troia, e che tendeva molto facilmente a perdere il controllo in certe situazioni limite, ma non c'era mica bisogno che lo sapessero subito. Tutto ciò che il momento le richiedeva erano alcune minime rassicurazioni per guadagnarsi il suo pacchetto regalo... e aveva dalla sua il potere delle circostanze, squisitamente sfavorevoli al pazzo trio.

    « Ma se non ti fidi puoi anche restare a guardare con il tuo amichetto laggiù, o magari partecipare in prima persona. Non è che mi interessa, fintanto che c'è lei nel mucchio. »

    Annuì con una faccia stravolta da tossica esemplare, segretamente molto più lucida di quanto si potesse sospettare. Quindi, apparentemente incurante del fatto che avesse appena proposto a Freddie qualcosa di simile a un'orgia con la sua ragazza come ricompensa per un aiuto a fuggire da niente poco di meno che la Chiesa Suprema Dominatrice Stupratrice Torturatrice - mica qualche creditore incallito - volse il capo, si sporse un poco dalla scrivania, e scaricò l'intero contenuto del suo fragile stomaco sulla poltrona da professore regalandole una nuova e poco attraente foderatura color verde vomito. E finalmente, con sua somma gioia, riuscì a ricordare che cosa diavolo avesse mangiato la sera prima.

    Nella poltiglia nauseabonda galleggiavano frammenti di crocchette per cani.


    CITAZIONE
    ELIZABETH JOYCE
    LIZSPECCHIETTO
    Games_REekg

    Stato Fisico » [Dopo aver vomitato sta un po' meglio]
    Stato Mentale » [Confusione dovuta ai postumi d'assunzione di stupefacenti, e dall'illuminazione moderata presente nell'edificio]





    EQUIPAGGIAMENTO
    Nessuno.

    PASSIVE_

    MindGorger - Empatia potenziata

    SadoMasochism - Resistenza al dolore

    Vampire Syndrome - Debolezza alle fonti luminose

    Shapeshift - Maestria con i poteri di mutazione



    ATTIVE_

    Nessuna utilizzata.




    NOTE


    :goodness:




     
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  10. Endymyon
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    Rising Phoenix


    Sul volto della ragazza Zephyr era sicuro di aver visto un segno di apprezzamento, ma fu cancellato velocemente da qualcosa simile al ribrezzo. Doveva considerarla una santa, nonostante i suoi abiti dicessero altrimenti? La osservò scendere gli scalini e avvicinarsi a Friedrich, e senza esitazione la seguì. Sulla sua schiena, nascosto dagli abiti, un tatuaggio raffigurante due ali si stava scaldando. Era il piacevole calore della sua libertà, unico dono della morte che riusciva ad apprezzare.

    Saltellò sugli scalini, anche se non ne aveva bisogno, e rimase accanto alla sua nuova amica, ascoltando le sue proposte. Sesso lesbo, un ménage à trois e poi un orgia.

    «Accattivante la proposta, biscottino» disse sorridendo e provando ad appoggiare la sua mano sinistra sulla spalla della ragazza «ma prima vediamo di salvarci la pelle». Il suo sguardo era su alcuni fogli che una donna aveva messo prima sulla cattedra. Ne prese alcuni, leggendo velocemente alcune parole e soffermandosi dove c'erano le maiuscole: voleva nomi e informazioni chiave.
    Chi aveva portato quelle informazioni? Erano sue? Come faceva a sapere tutte quelle cose?

    «Cazzo!»

    Raccolse tutti i fogli che riuscì a trovare, li accartocciò e li ficcò nella tasca dei pantaloni. Il sorriso si era inabissato nella serietà che il volto aveva assunto anche grazie alla preoccupazione.

    «Diamoci una mossa» disse guardando la mora che aveva portato i documenti «Sembra il pericolo sia reale». Conosceva quella donna, l'aveva già vista.
    Ma come si chiamava?
    Non lo ricordava. Lei era dalla parte dei Bardi, o almeno sperava, sebbene non ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Non avrebbe scommesso nemmeno un centesimo su tutti quelli dentro quella stanza. Se erano un gruppo di anarchici come i Jack, Oleandro e Friedrich, allora non poteva fidarsi tanto di loro.

    Incominciò a salire le scale per andare alla porta, guardando dietro di sé per assicurarsi dei suoi “compagni di gioco”. Anche questa volta il nemico comune lo faceva alleato dei Bardi.


    Zephyr

    Eccoci qua! Zephyr si destreggia nel socializzare un minimo, dopo di che, prende le scale per uscire dall'aula. Riconosce Tina, o la sorella, di cui non ricorda il nome (dalla quest: The colour of chaos is Black) e prende i fogli che aveva lasciato sulla scrivania e quelli che si erano dispersi per terra.

    Non si lasciano fogli così in giro, dareste ai vostri nemici l'impressione di sapere le cose, non devono aspettarselo! (Vabbè che lo avete sbandierato a mezzo mondo, ma comunque meglio non far sapere che informazioni abbiamo xD)

    Tecniche & co.: Accende il motore per poter volare quando ne avrà -e se ne avrà- bisogno.

    Edit: Tina è mora, non rossa (dovevo correggerlo :V)




    Edited by Endymyon - 27/6/2014, 19:58
     
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  11. Umi - La vendetta
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    The Black Phoenix ~ R u n R u n n i n g R u n

    Chapter II



    Tina, the black widow
    Spiegatemi che cazzo è appena successo, perché non ho capito niente. Patetici.
    Quella tizia entra e dice che i guardiani stanno arrivando, vomita sulla sedia e un'altro parla di tette e mi guarda come fossi sua sorella. Vabè, i morti di figa sono ovunque purtroppo.
    Un mostriciattolo si alza svolazza ed emette parole che forse ho già letto, simili al bigliettino che mi ha dato quella ragazza.
    Il che vuol dire che non sono l'unica.
    Poi c'è un'altro che prende e scompare, ma quello rispetto al resto è qualcosa di routine, non mi stupisco più di niente.

    Ora spetta a me dare i primi suggerimenti a questi novellini. La prescelta. Hanno la bocca che gli puzza ancora di latte.
    "Non possiamo impiegare troppo tempo, dobbiamo andare velocemente." mi giro e guardo quelli che fino ad ora hanno attirato la mia attenzione. Mi sento una vera condottiera, porca puttana: "Quindi un gruppo cerca un veicolo e scorta i tre, lasciando la precedenza agli altri aiutanti che, arrivati prima, sgombereranno la strada e prepareranno la partenza." anche se dubito che venga un sacco di gente. Ma 'sti imbecilli li dovremo pur aiutare o no?

    Quanto sono intelligente? A volte mi stupisco di me stessa.
    "Io non sono d'accordo." e ti pareva che quella non può stare mai zitta. Ha rovinato tutto.
    Faccio finta di non ascoltarla mentre mi godo dei fantastici snack, e cioè residui di crackers di ieri che sono rimasti sotto le unghie. Sono più saporiti.

    Judith, the white bride
    Sono ancora seduta nell'ultima fila di posti. Essendo più in alto degli altri, mi sembra di stare in cima ad un'arena e guardare dei gladiatori che combattono, o attori che recitano. Come quella volta ad Aexquilinus.

    Tina ha appena avanzato una proposta che forse non è niente male, ma questo non glielo dico altrimenti si monta la testa. In fondo mi sento, e credo anche mia sorella, in dovere di dover aiutare questi ragazzi, perché loro hanno scelto noi. O se quella ragazza non ha scelto noi, beh, deve essere stata proprio fortunata a trovarci.
    Ma cos'è la libertà?

    Il fare quel cazzo che ti pare di Tina. La comunione con il tutto per quei tre ragazzi. E chissà quante altre cose per ogni persona in quest'aula. La libertà è come la paura, come un fantasma che si aggira in un teatro, ognuno la vede come vuole. Per me libertà è scegliere, ed io devo dare agli altri la facoltà di scegliere.

    "Per me dovremmo andare tutti insieme, in modo tale da poterci coprire le spalle a vicenda. Sarà più facile. Riusciremo anche a prendere i mezzi più velocemente. E poi l'unione fa la forza, come si suol dire.", mi sono alzata, e qualche studente si è voltato verso di me, incuriosito dalle mie parole. "A voi la scelta.".

    Piuttosto io mi preoccuperei di quel ragazzino che è scomparso poco fa. Cosa spera di combinare da solo? Vuole portare uno zeppelin dentro l'aula?
    Tipico atteggiamento da mia sorella.



    ● Specchietto Finale ●
    PSICOLOGIA ~ nulla da segnalare;
    FISICO ~ nulla da segnalare;
    TALENTI ~
    i'll give you my strength. ~ conoscenze mediche approfondite e capacità di operare anche con mezzi di fortuna;
    Sensitive. ~ capacità reciproca di sentire le emozioni dell'altra - entrambe;
    ATTIVE ~
    i'll give you my strength. ~ capacità di curare ferite da taglio, da armi da fuoco, da punta e contusioni attraverso la magia;
    LightWeakness ~ dominio e capacità di manipolazione dell'oscurità;
    MALUS ~
    EQUIPAGGIAMENTO ~
    The House ~ la casa, luogo in cui Judith e Tina vivono sin da piccole;
    NOTE ~
    Aspettate anche per questo giro il QM Point di Blame, che aggiungerà una parte importante. L'unica cosa che vi dico è che nel post faccio finta di non sapere il numero di coloro che verranno con noi, ma in totale due veicoli bastano (per far entrare tutti). Potreste anche prenderne di più, se volete.
     
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    Bipede

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    Tu fai una domanda e non puoi mai sapere quale sarà la risposta. Era quello che continuava a non riuscire a capire, delle relazioni umane. Dov'era la certezza? Dove erano le informazioni? Qual'era il senso di sprecare energie nel chiedere se il risultato poteva essere nullo? Con un database è diverso. Gli chiedi un'informazione e non solo sai già che la restituirà, ma sei anche in grado di prevedere la forma della risposta. Lo trovi bello. Semplice. Utile. Lineare, elementare abbastanza da poter essere preso e allineato, preso e ripetuto, finché con poche query non sei in grado di farti dire la struttura stessa dell'universo.
    Ma con le persone?
    A volte il pensiero ti fa venire male alla testa. A volte pensi che Halfmaester aveva ragione a dirti che non puoi dormire fuori dal tubo.
    Ma le emicranie ti passano. Non sei ancora morta. <

    Comunque, ti rispondono. Statisticamente pochi in mezzo a quella classe, ma ti rispondono.
    Sei felice.




    [ T h e _ L a d y, F l y i n g ]


      Negli occhi di Syncam sfarfallò una vena arancione di felicità: le avevano risposto! Si alzò senza nemmeno rendersene conto e levitò un po' più in alto del normale, prima che la situazione si standardizzasse. Nel frattempo le cose in classe si movimentavano, seppur lentamente. Un flusso di persone si stava già dirigendo all'uscita, anche se molti rimanevano ciondolando incuriositi. I più intraprendenti rimanevano vicino alla cattedra, comunque. Una giovane donna faceva di mostra di sé sulla superfice di legno del tavolo, attirando più attenzione di quanto potesse il suo fluttuare random. Poco male chi toccasse i posteriori di chi, chi afferasse per la cravatta chi; la sua attenzione fu riportata al mondo reale dalla sparizioni di uno di quelli che avevano risposto positivamente al suo appello. Un fatto abbastanza curioso: il volontario aveva fatto in tempo appena a dire due parole che un vortice l'aveva inghiottito, sottraendola ala sua vista distratta e al radar psionico che scandagliava in continuazione l'ambiente. Senza lasciare traccia.

      Comunque, altre due donne - con una forte somiglianza nei lineamenti e grosse differenze nel modo di parlare - presero in mano la situazione. L'idea era di prendere dei mezzi della polizia e giungere alla stazione degli Zeppelin. Uniti o separati.

      « Se ci dividiamo, » riuscì ad aggiungere « posso guidare io un gruppo verso una strada veloce. »



      Syncam rimase ferma, in attesa. Che due interazioni umane su due andassero a buon fine l'una dopo l'altra, le sembrava improbabile.





    Uomini andavano e venivano. Il brusio dei motori era basso, rincuorante; uomini e donne andavano e venivano. L'ambiente era un po' caotico, non sporco, ma alla rinfusa; come se la stazione avesse preso carattere dal livello in cui si trovava. Funzionale, pratica, si, ma a volte concettuale, troppo lontana dalla Luce per aver veramente paura del buio, troppo vicina per portarne i segni. Una scrivania piena di concetti, ma in disordine. In quel contesto il viaggiatore si ritrovò, uscendo che gli aveva fatto da tramite tra un portale e l'altro e andando quasi a sbattere contro la porta di un gabinetto pubblico. Uomini di ogni forma e dimensione andavano e venivano. Una vecchia signora parlava alla biglietteria, il suo volto fiorito di escrescenze tumorali benigne.

    Sopra di lui, allineati un po' imprecisamente lungo tre serie di banchine, gli Zeppelin ancorati alla stazione ronzavano pigramente come grassi trichechi volanti. Uomini e creature bizzare andavano e venivano verso la seconda banchina. Data la natura della sua visita lì, il suo sguardo avrebbe naturalmente scandagliato la folla per cercare i segni di una trappola, nascosta o palese, degli agenti del Clero. Ma il via vai era tranquillo, quasi amorevole nella sua quotidianità: non c'era la tensione nell'aria tipica del gioco di prede e cacciatori. Avrebbe potuto tranquillamente fare un giro e controllare meglio, comunque: non c'erano ostacoli al suo girovagare. E nessuno avrebbe fatto caso a lui. Bhé, teoricamente aveva rischiato di attirare l'attenzione teletrasportandosi contro la porta di una latrina, ma ormai ciò che era fatto ...
    Mentre si allontanava, uomini e creature ben più stane andavano e venivano dalla banchina tre, quella con la più alta concentrazione di voli verso L'Aexquilinus. Ma anche quello non era affatto strano.

    Fuori dalla stazione la situazione non era troppo diversa: in sostanza c'erano meno zeppelin.

    « E quindi le dico che deve pagare il biglietto, » esclamò un uomo, i suoi occhi bicromatici che guizzavano veloci a ritmo di conversazione.
    « e lei mi dice che può farlo in altro modo. »

    « Giura, » gli risponde ua cono degli agenti da dietro le lenti scure. Oltre all'uomo con la divisa da controllore e al primo agente, c'era un altro poliziotto che sorseggiava una brodaglia calda da una tazza senza manico. I due erano in divisa con gli sparapiombo belli in vista, e anche grossi, ma la loro postura tradiva un certo rilassamento. L'impiegato della stazione doveva essere un vecchio amico, qualcuno che avevano conosciuto in qualche impiego precedente o forse in un'eternità di ronde di quartiere.

    Non il genere di persone che ti aspetteresti a presidiare un'entrata, ma non c'é inganno senza trucco.




    CITAZIONE
    QM point - Rieccoci. Per quelli di voi che sono rimasti nell'aula, si presenta la scelta proposta dai personaggi di Umi:

    • Dirottare dei mezzi e andare alla stazione tutti insieme, contando più sulla forza dei numeri che su strategia e velocità;

    • Prendere i mezzi, dividersi in due gruppi, e arrivare allo Stazione per diverse strade: il gruppo con i Bardi focalizzato a far perdere le tracce, l'altro ad arrivare in fretta e dirottrare uno Zappelin.

    La scelta è abbastanza chiara. Ci tengo a precisare che queste, ovviamente, non sono le sole opzioni: se riuscite ad arrivate a una terza possibilità condivisa da tutti (potete accordarvi come e con i mezzi che preferite) i pg di Daiq, i miei e di Umi se la faranno andar bene. Basta che non si tratti di un piano troppo retard.

    Per Siderius: il tuo pg arriva incolume alla stazione, e non sembra notare nulla di anomalo. Ci sono degli agenti all'ingresso, ma non riesci a vedere alcun mezzo di locomozione utile. A te la mossa.

    Tempi di risposta sette giorni. Bando per tutte le domande.



     
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  13. Daiquiri.ism
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    Tic tac.
    Tic tac.
    Tic.
    Tac.
    Tic. Tac.
    Tic.


    Jack, scappare


    E comunque, il tempo scorre troppo velocemente. E qui si perde tempo. C'è qualcosa in quest'annuncio, qualcosa che lo rende più pericoloso del solito. Non so cosa sia. Nemmeno Friedrich lo sa. Nemmeno Oleandro. Io lo so perché loro lo sanno. Di non sapere. Anche se in tutto questo non c'è nessuna forma di saggezza.
    Nessuna.

    «Prometto di fare del mio meglio per procurarvi quel che vi serve e di assicurarmi che ne usciate vivi e in salute, e io mantengo sempre le mie promesse.»

    Questo lo dice uno dei presenti, che poi sparisce, inghiottito dall'aria stessa.

    « Io voglio lei.
    Prometto che te la restituirò integra quando avrò finito! »


    Oleandro la guarda, e sorride, con il suo fare ammiccante. Lo fa anche mentre vomita, perché non c'è paura nella sua mente.

    "Se ci darai una mano sarò lieto di prestartela. E comunque sono Friedrich. Desideri forse che Jack faccia qualcosa per il tuo stomaco? Sei sicura di essere in condizioni di darci una mano?"

    Anche Friedrich ammicca, e io lo guardo. Non sono sicuro che la ragazza sia una di quelli che vanno salvati. Non è facile da dire senza un esame approfondito, insomma.

    «Diamoci una mossa. Sembra il pericolo sia reale»

    E su questo non posso che essere d'accordo. Idee vengono pronunciate a voce alta. Dividerci o proseguire uniti? Uno dei nostri ha già fatto la sua scelta, mancano gli altri.

    "Muoviamoci."

    Questo invece lo dico io.




    Note


    Post breve breve che mi serve solo a rispondervi. Da qui al prossimo turno i miei pg non interagiranno con i vostri nemmeno se direttamente interpellati, quindi fate riferimento ai post di Blame e Umi per andare avanti, che peraltro hanno licenza di usare autoconlcusivamente anche i bardi.

     
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    h e l l i s n o w

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    THE BLACK PHOENIX
    III
    - Bingo




    I piani elaborati dal gruppetto erano grezzi, improvvisati, e per questo particolarmente eccitanti.
    Scortare il mirabolante trio a destinazione cercando di far perdere le proprie tracce era qualcosa che poteva fare tranquillamente. Preferiva sempre un po' d'azione - di qualunque natura fosse - alla discrezione, ma per la bambolina era un sacrificio che poteva permettersi. E irrompere alla stazione fregando il veicolo a qualche guardiano inconsapevole? Cazzo, poteva fare anche quello! Anzi, nell'eventualità le sarebbe pure piaciuto far saltare qualche testa e causare qualche bel casino davanti agli occhi di tutti. Non che qualcuno potesse riconoscerla e segnalarla alle autorità... pochi conoscevano il suo vero volto a Caelius e ad Aexquilinus: da quelle parti tendevano a ricordarsi molto meglio altre cose di lei. Senza contare che amava cambiarsi di faccia tanto quanto d'abito.

    In un modo o nell'altro avrebbe ottenuto quello che voleva.

    Si ripulì la bocca dai rimasugli di bava con il dorso della mano, e sorrise come solo una bimba felice poteva fare.
    Quindi balzò giù dalla cattedra, dita sui fianchi e petto in fuori:

    « Sto bene, tranquillo. Il mio stomaco si aggiusterà da solo, a patto di evitare posti troppo illuminati. Sai, detto in confidenza... »
    si incurvò in direzione di Fried avvicinandosi nuovamente al suo volto
    « ...sarei davvero contenta se quella grossa palla bianca saltasse per aria una buona volta e lasciasse tutti al buio. »

    Non le sarebbe dispiaciuto davvero. Si trovava a suo agio nella tenebra, tra i relitti di cose dimenticate e rifiuti umani; se tutta Utopia fosse un giorno diventata la medesima discarica a cielo aperto che era il settimo cerchio, beh, lei ci sarebbe sguazzata dentro felice come i porci lo facevano con la merda.

    « Ad ogni modo, Liz è a vostra disposizione. Sarò ben felice di aiutare dove necessario, anche se devo ammettere che mi piacerebbe tenere d'occhio il mio premio, giusto per stare sicuri che nessuno le faccia qualcosa di male... »

    ...prima di me, concluse nella sua testolina - leccandosi languidamente le labbra.


    CITAZIONE
    ELIZABETH JOYCE
    LIZSPECCHIETTO
    Games_REekg

    Stato Fisico » [Leggera nausea]
    Stato Mentale » [Confusione moderata]





    EQUIPAGGIAMENTO
    Nessuno.

    PASSIVE_

    MindGorger - Empatia potenziata

    SadoMasochism - Resistenza al dolore

    Vampire Syndrome - Debolezza alle fonti luminose

    Shapeshift - Maestria con i poteri di mutazione



    ATTIVE_

    Nessuna utilizzata.




    NOTE


    Niente di speciale, ho dovuto fare il post abbastanza di fretta. Elizabeth è disponibile ad aiutare il gruppo che risulterà meno numeroso/più in difficoltà, ma se le è possibile scegliere preferirebbe andare con il trio per le motivazioni riportate nel post. A voi.




     
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  15. Endymyon
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    Rising Phoenix


    Ancora a discutere.
    La situazione gli sarebbe sfuggita di mano, probabilmente, se fosse rimasto a pensare. Avrebbe dovuto scegliere realmente tra un gruppo unito e una divisione. I pro ed i contro erano varii, e avrebbe dovuto considerarli tutto, perdendo ulteriore tempo, come se già non fosse poco.

    Lui non era abituato a combattere, e ben poco sapeva di come non attirare l'attenzione. Eppure, quasi sorridendo, attraversò la soglia della classe e incominciò a camminare per i corridoi verso l'uscita dell'Università. Aiutarli era l'unica cosa da fare in quel momento, solo loro erano riusciti a far fuori un sacerdote. Quello era un gesto simbolico che doveva rimanere vivo nella mente di tutti il più a lungo possibile, se li avessero catturati la gente avrebbe incominciato ad avere paura nuovamente dei sacerdoti. Non poteva lasciare che quello stato che aveva condannato filosofia e storia come eresia rimanesse in piedi.

    Doveva distruggere ciò che avevano creato, doveva annientare i nemici della libertà e della verità.

    Uscito dal maestoso edificio si immerse nelle strade. Voleva andare verso il garage dove tenevano i mezzi e vedere cosa poteva osservare. La speranza che qualche guardia non vi fosse era minima, ma doveva tentare. Necessitava di un mezzo, e se avesse dovuto far del casino per averne una, l'avrebbe fatto.


    CITAZIONE
    Zephyr esce dall'aula e si dirige fuori dall'edificio. Inizia una lenta metamorfosi per spendere il meno possibile energie, per ritornare in forma armatura. Parte dal busto e dalle parti meno vistose che si possono nascondere sotto i vestiti, poi farà il resto nei prossimi post, dipende da quanto velocemente va avanti la quest.

    Altro da dire: si avvia verso una stazione di servizio o garage per trovare i mezzi, non si sa mai :V ----->Opta per l'opzione gruppi e segue gli "ordini" di Fred.

    Scusate il post scarno, ma non sapevo nemmeno cosa scrivere ò.ò


     
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26 replies since 11/6/2014, 18:40   1310 views
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